Le bufale di quale Programmazione Neuro Linguistica (PNL)?

Le bufale di quale Programmazione Neuro Linguistica (PNL)?

Le bufale della disinformazione e le bufale di quale Programmazione Neuro Linguistica (PNL)?

Affinché la PNL venga accettata come un serio metodo scientificamente basato occorre riconoscere le responsabilità delle comunità PNL alla disinformazione imperante riguardante la disciplina e avviare delle azioni.

In questo articolo troverai tra l’altro:

  • che cosa distingue la PNL rispetto ad altri campi di studio dell’eccellenza secondo John Grinder, co-fondatore PNL Codice Classico e Nuovo Codice e co-creatore EMDR;
  • cenni sul ruolo di Gregory Bateson nella PNL;
  • che cosa alimenta la disinformazione sulla PNL;
  • scienza e PNL, le questioni da affrontare

Sono spesso una voce fuori dal coro nel campo della PNL (Programmazione Neuro Linguistica) e provoco con una certa continuità l’estesa “comunità PNL” su una serie di punti fondamentali, affinché la PNL possa essere finalmente riconosciuta come un serio metodo basato scientificamente. Molte delle incongruenze presenti all’interno di quello che è chiamato “PNL” contribuiscono ad alimentare distorte visioni su una disciplina che, per esperienza personale e non soltanto, è estremamente promettente e potenzialmente rivoluzionaria se vengono rispettati alcuni criteri, molto spesso disattesi all’interno dello stesso campo di studi, tanto da farmi parlare di “diverse PNL”.

Personalmente ho scelto l’approccio e gli standard di qualità proposti da John Grinder, dopo essere stato nominato trainer anche da Richard Bandler: Grinder con le sue straordinarie abilità (sia di dimostrare risultati sul campo, che di fornire spiegazioni, normalmente articolate e approfondite) ha risposto efficacemente a molti dei dubbi che io avevo su una certa e purtroppo diffusa PNL, riavvicinandomi nel 2004 alla disciplina, che ho da sempre apprezzato per la sua pragmaticità e per il focus sui risultati che si raggiungono (o meno).

Ho avuto la possibilità di portare il mio approccio alla PNL (fortemente ancorato al pensiero di Grinder) all’interno del mondo accademico (la PNL con me è stata “protagonista” di due corsi di perfezionamento universitari e di un Master, quest’ultimo presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia, dell’Università di Trieste) oltre ad ottenere come docente il prestigioso riconoscimento didattico e scientifico del Centro Universitario Internazionale.

Chi mi conosce sa quanto sono fortemente polemico su chi propone una PNL miracolistica, dannosa a mio avviso quanto l’ignoranza (=non conoscenza) imperante sull’argomento, alimentata da molti libri, materiali e corsi che poco hanno approfondito le innovazioni proposte dalla PNL puntando più al “best selling” che al fare effettiva formazione e informazione.

Riscontro inoltre diversi interventi di sedicenti esperti (del settore o meno) che mancano di due requisiti fondamentali: un’esperienza estesa nell’uso della PNL (l’unico modo per apprenderla realmente) e una conoscenza approfondita della stessa. La conseguenza sono valutazioni, anche da parte di persone intelligenti, basate su opinioni e pre-giudizi o sulla disinformazione che possono ingiustamente nascondere quanto di buono c’è (e ce n’è molto) nella PNL.

Ora mi trovo da più parti sollecitato a dire la mia su un recente articolo comparso sulla PNL, che da un lato dovrebbe, a mio avviso, spingere la comunità PNL (o sarebbe meglio dire, “le comunità” PNL) a un po’ di autocritica, dall’altro mi fa capire ulteriormente, se ce n’era bisogno, quanta ignoranza ci sia sull’argomento.

Anche per questo da un bel po’ sto dedicando una parte considerevole del mio tempo per fare un po’ di divulgazione, in particolare dell’approccio di John Grinder, sconosciuto ai più (in Italia ad esempio dominano le persone formate  e riconosciute come trainer da Bandler e da Dilts) e ritenuto, dal terzo uomo nella creazione della PNL, Frank Pucelik (e con grande umiltà da me) il “vero genio dietro alla PNL”.

Tra l’altro pochi sanno che John Grinder è il genio dietro alla creazione di quello che ora viene considerato (dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, vedi http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2013/trauma_mental_health_20130806/en/) uno dei migliori trattamenti del PTSD (post traumatic stress disorder), cioè l’EMDR (si veda l’articolo seguente sulle origini dell’EMDR: http://www.andreafrausin.it/vere-origini-emdr/) che sembra vanti diverse ricerche scientifiche che lo sostengono. Si pensi che l’EMDR è uno soltanto dei vari pattern (modelli o schemi) PNL creati dalla mente creativa del dr. Grinder.

La PNL negli anni ’70 ha iniziato a diffondersi rapidamente dopo la prefazione a “The structure of Magic, volume 1” (La struttura della Magia) di Richard Bandler e John Grinder ad opera di una delle menti più brillanti mai esistite, Gregory Bateson, che riconobbe come Bandler e Grinder avessero raggiunto dei risultati che lui e il suo team al famoso Mental Research Institute (MRI) di Palo Alto non erano riusciti ad ottenere. Fu lo stesso Bateson, affascinato dal lavoro di Bandler e Grinder a presentare ai due il medico ipnotista Milton H. Erickson, che lo stesso Bateson aveva conosciuto assieme all’allora moglie Margaret Mead prima di esplorare la cultura di Bali. Erickson avrà un impatto molto profondo sulla PNL (suggerisco vivamente di approfondire i precedenti intellettuali della PNL nella sezione dedicata su Whispering in The Wind, Grinder e Bostic St. Clair, J & C Enterprises, 2001).

Secondo Grinder (e sono totalmente d’accordo) due sono gli elementi che fanno pensare alla PNL come ad un cambiamento paradigmatico (nell’accezione di Thomas Kuhn) all’interno degli studi che si occupavano (all’epoca della sua creazione 1971-1973) e si occupano di eccellenza:

  1. l’utilizzo di uno specifico processo di apprendimento accelerato chiamato NLP Modeling (modellamento PNL), purtroppo codificato soltanto nel 2001 (in Whispering in The Wind), che è il vero “cuore” della PNL; paradossalmente parte di questo processo (che è un’importante innovazione della PNL) è stato da noi tutti (inconsciamente) utilizzato da bambini per apprendere molte delle cose che ci rendono tra l’altro “chi siamo” (è il processo di apprendimento imitativo studiato molto anche all’interno della psicologia e che trae nuova linfa dalla scoperta dei neuroni specchio avvenuta nella seconda metà degli anni ’90); data l’articolazione del tema, lo tratterò in altro articolo dedicato;
  2. la distinzione tra processo e contenuto: gli schemi (pattern) i modelli di PNL sono modelli di processo (e non di contenuto) e tra l’altro sono descritti in termini “sensorialmente basati” per evitare alcune “trappole” del linguaggio; tratterò questo tema in altro articolo dedicato.

Purtroppo, e qui un forte invito alle comunità PNL, i due più “rivoluzionari apporti” della PNL sono stati “dimenticati” da molti che sostengono di fare PNL. Tanta parte della confusione che regna sovrana nella disciplina (tra l’altro non dissimilmente da altre discipline) deriva a mio avviso proprio da questo:

  1. mancanza di attività di modeling, vero motore di nuovi pattern di PNL (molti PNLlisti si limitano ad insegnare schemi codificati, e talvolta superati, negli anni ’70 o a rinominare, ovvero dare nomi diversi, a“scoperte già fatte da altri)
  2. mancata applicazione del principio che gli schemi di PNL devono essere schemi di processo e non di contenuto: buona parte di quanto viene proposto come PNL, secondo il dr. Grinder, non è PNL in quanto non rispetta la distinzione processo / contenuto ovvero è contenuto e non processo e, in quanto contenuto, non è PNL (molti, sfruttando il successo del termine PNL, bollano come PNL ciò che PNL non è).

Ci sono altri elementi oltre ai due più sopra citati che possono generare confusione:

  1. un linguaggio non sempre condiviso (senza dei confini, quelli messi in evidenza ai punti sopra, e senza un linguaggio condiviso, non può esserci una disciplina, che altrimenti diventa “tutto e niente” come proposto ad esempio da quelli che dicono “la PNL è tutto ciò che funziona”);
  2. chiunque può scrivere sulla sua porta trainer, coach o, peggio, master trainer di PNL e ciò, potenzialmente può confondere molti; in realtà per chi cerca un po’, scopre che ci sono diverse organizzazioni con diversi standard di qualità sulla PNL; la Society of NLP rappresenta quelli di Richard Bandler, Meta International rappresenta quelli di Frank Pucelik, ITANLP rappresenta quelli di John Grinder (per citare le tre associazioni dei tre co-fondatori della PNL);
  3. marketing, public speaking e vendita: purtroppo un eccesso di marketing e di vendita fatta male, che decanta risultati immediati per ogni problema, alimenta molte critiche che vengono, in questo caso, giustamente mosse a certa PNL; un bravo public speaker, un bravo venditore, un bravo uomo marketing NON è detto in alcun modo siano rappresentativi di un capace insegnante di PNL.

Ho dunque delineato in estrema sintesi quelli che mi sembrano essere degli elementi critici all’interno del mondo di PNL che prestano il fianco a molte critiche da parte dei detrattori della PNL.

Già, ma quale PNL?

Come affermato più sopra, ci sono tante e tali differenze tra le attività che vengono etichettate come PNL che a mio avviso si potrebbe parlare di diverse PNL (anche se nella prospettiva del dr. Grinder, e in quella mia, la PNL è una e rispetta quanto scritto più sopra).

Quando si vuole parlare di scientificità o meno della PNL occorre:

1) chiarirsi su cosa definiamo come “scienza” all’interno delle cosiddette scienze sociali e quali criteri esplicitamente consideriamo per inserire una disciplina o meno all’interno dell’etichetta “scienza”;

2) conoscere e aver sperimentato la PNL, nelle sue varie declinazioni (e, aggiungo, ma potrei facilmente essere accusato di “conflitto di interessi”, aver sperimentato la PNL secondo l’approccio di Grinder); per la conoscenza della PNL, non si può a mio avviso prescindere oggi dalla lettura di Whispering in the Wind, tra l’altro particolarmente impegnativa oltre che stimolante per chi ama non rimanere superficiale;

3) specificare di quale PNL stiamo parlando (e anche di quali momenti storici, la PNL si evoluta notevolmente negli ultimi 40 anni come le altre discipline);

4) quando ci si riferisce a esperimenti “scientifici” che bocciano la PNL, chiarire di che cosa stiamo parlando, chi ha fatto, che cosa, in che modo e quali sono stati i risultati (quando si afferma, ad esempio, che “la PNL” attraverso un movimento oculare riconosce, a prescindere dalla persona che si ha di fronte, chi dice il falso, si dice una balla, mai sentito John Grinder fare un’affermazione del genere; certo tra gli infiniti libri scritti da sedicenti PNLlisti ci sarà sicuramente qualcuno che lo ha affermato, ma allora la domanda è ancora una volta: quale PNL specificatamente?)

L’unico scopo della PNL è la”creazione di scelte”. Mi preme ricordare alcuni aspetti:

  • creare dei modelli e degli schemi PNL, che rispettino i criteri di Grinder, richiede molto tempo (normalmente non pagato come le ricerche originarie di Bandler, Pucelik e Grinder), energia e attenzione, richiede conoscere e praticare il modellamento PNL e richiede un atteggiamento volto a misurare e valutare i risultati ottenuti (un’attività di modeling si può dirsi conclusa solo se i risultati ottenuti da chi utilizza la conoscenza codificata, e vanno fatti diversi test, sono simili ai risultati del modello di eccellenza modellato nello specifico contesto considerato); non c’è spazio per l’autorità nella PNL, contano i risultati;
  • progettare schemi e modelli di PNL richiede perizia e tanta pratica oltre che la comprensione di cosa sta dietro un pattern (schema PNL);
  • lo spirito originario della PNL è sempre stato quello di condividere e diffondere quanto sviluppato, citando laddove possibile le fonti (intese sia come soggetto modellato sia come contributi intellettuali) e spingendo all’azione e alla verifica, attraverso la propria esperienza (“non credete a quello che vi dico, credete alla vostra esperienza”); questo spirito originario purtroppo si è perso in tanti corsi e materiali presentati come PNL;
  • non c’è attualmente alcun copyright sul nome PNL che ne limiti la diffusione e questo anche grazie all’opera di John Grinder e Carmen Boltic St. Clair che, dopo una querelle legale intentata da Bandler verso il “mondo PNL” (per tenere per sé i "diritti" sulla PNL) si è conclusa con un “settlement agreement” tra i due, che apre la porta a nuove avventure per chi lo desidera.

Per chi argomenta ironicamente sulle capacità comunicative dei due, sottolineo come Bandler e Grinder abbiano comunicato in maniera impeccabile il loro disaccordo sul tema, che ha dato vita alla querelle che fortunatamente si è risolta per il bene di tutti gli interessati alla PNL.

Spero sinceramente che una seria attività di sperimentazione documentata e opportunamente diffusa sugli ultimi sviluppi della PNL e un conseguente dibattito possa aprirsi, finalmente, per far conoscere a tante più persone strumenti che possono essere decisamente utili per migliorare la qualità della propria e altrui vita.

Fino ad allora il mio suggerimento è:

“non credere a ciò che ti viene detto, verificalo attraverso la tua esperienza diretta”.

Per informazioni più specifiche su questo atteggiamento suggerisco la lettura di questo articolo:

http://www.andreafrausin.it/coaching-e-formazione/


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