Strategie PNL: il fondamentale contributo (e critica) di John Grinder, co-fondatore PNL

Strategie PNL: il fondamentale contributo (e critica) di John Grinder, co-fondatore PNL



Riporto qui di seguito per intero l'articolo di John Grinder, co-fondatore PNL Codice Classico e Nuovo Codice, riguardante il tema molto noto in PNL delle cosiddette strategie PNL (strategie intese in senso stretto, come sequenza di sistemi rappresentazionali).

Chi ha letto i post pubblicati in precedenza avrà notato che John sfida molte delle convinzioni diffusissime nel mondo PNL, mettendo in discussione le fondamenta della maggior parte dei cosiddetti corsi Master Practitioner PNL e richiedendo una forte revisione critica della PNL stessa.

Buona lettura

Le strategie in PNL

di John Grinder

(traduzione a cura di Andrea Frausin)

Le strategie - sequenze ordinate di accesso a sistemi rappresentazionali per raggiungere risultati specifici - sono i resti di un progetto che ho iniziato a metà fino alla fine degli anni ’70. Il mio obiettivo era quello di esplorare la possibilità che i sistemi rappresentazionali fornissero un adeguato vocabolario per catturare alcune parti significative di ciò che all’epoca chiamavo il “progetto della sintassi del comportamento” (nome anche di una serie di 4 seminari che io e Dilts facemmo assieme - ci sono cassette di questo sforzo congiunto presso Metamorphous Press). Ho abbandonato questo progetto o più precisamente la considerazione di sequenze ordinate di accesso a sistemi rappresentazionali quando due cose mi divennero ovvie:

le strategie NON sono un punto leva utile o efficace per la replica del genio o degli schemi dei geni - questa è probabilmente la confusione storica tra l’estrazione e l’installazione di strategie e il modellamento PNL in sé. Come ogni persona, che ha realmente fatto il lavoro di estrazione e installazione, ha avuto esperienza - questo è il fenomeno della coda che scodinzola il cane - il che significa che l’accurata estrazione di una strategia seguita dall’installazione di una sequenza estratta NON replica lo schema del genio che viene modellato. Il punto chiave di leva risulta essere lo STATO - infatti, se lo stato del genio è catturato attraverso assimilazione inconscia, tipicamente include la strategia (o strategie funzionalmente equivalenti più congruenti con lo sviluppo del modellatore). L’inverso è palesemente NON vero - cioè l’installazione di una strategia estratta attentamente ed accuratamente tipicamente NON suscita lo stato nel modellatore corrispondente allo stato nel modello - in questo modo fallendo di replicare la performance del genio. Sospetto che la popolarità dell’estrazione ed installazione di strategie è in parte dovuta al fatto che è un’attività abbastanza razionale e orientata all’emisfero sinistro, è prevalentemente un’attività osservativa e richiede un piccolo impegno da parte dell’ “aspirante” modellatore.

offro una critica significativamente più radicale alle strategie: iniziamo da una strategia che si è rivelata estremamente utile (specialmente per i bambini) ed è un bel contributo di Robert Dilts, il suo autore. Quello che Robert aveva notato, era che una persona eccellente nello “spelling” (lui è una, per esempio) seguiva una ordinata sequenza di sistemi rappresentazionali così come definita dalla sequenza di movimenti oculari sistematici. Se prendi un bambino, entri in rapport con lui e induttivamente conduci il bambino attraverso ripetizioni di memoria visiva - verifica cinestesica al punto che può farlo senza suggerimenti da parte tua (20 minuti al massimo sono tipici per bambini - gli adulti tendono ad essere un po’ più lenti) la loro performance nello “spelling” arriverà velocemente al 100% di efficacia (nota - soltanto per parole realmente viste e identificate in precedenza, una strategia completamente diversa è richiesta per fare lo “spelling” di parole non viste né identificate in precedenza). Mi piace specialmente la bravura di Robert nel notare che se l’immagine visiva della parola di cui va fatto lo spelling è realmente ben sviluppata e stabile, colui che fa lo spelling dovrebbe essere capace di fare lo spelling all’indietro con facilità. Insistendo su questo come parte della ripetizione (installazione) assicura che chi fa lo spelling formi realmente un’immagine visiva della parola di cui va fatto lo spelling, che sia stabile abbastanza da far sì che il processo funzioni molto bene.

Qui arriva il problema: si sostiene nella strategia dello spelling che l’immagine visiva della parola avviene per prima e poi la verifica cinestetica per assicurarsi attraverso le sensazioni (in realtà circuiti sinestetici) che l’immagine visiva è corretta (o no). Sfido questa sequenza V e poi K. Propongo che quello che sta accadendo veramente (e sarebbe facilmente verificabile con un macchinario per la scannerizzazione del cervello) è che l’immagine e la sensazione arrivano simultaneamente ed è un ARTEFATTO che noi ne facciamo esperienza come una sequenza. Propongo più specificatamente che l’illusione della sequenza è la conseguenza delle limitazioni dell’attenzione conscia. Sebbene entrambe le rappresentazioni siano presenti, le limitazioni dei 7 + o - 2 pezzi di attenzione conscia assicurano che noi prendiamo in considerazione soltanto uno di loro nello stesso istante. Se ciò che sostengo è accurato, allora tutte le attività in PNL che ruotano attorno alle strategie sono in realtà un insieme di studi sulle conseguenze degli artefatti delle limitazioni nell’attenzione conscia. L’illusione è forte e nel caso particolare della strategia dello spelling è innocuo e i risultati dell’installazione di questa strategia sono eccellenti e li approvo. Il punto qui per me è che se noi, persone che hanno creato questi modelli, non apprezziamo cosa veramente accade, l’impresa è traballante nelle sue fondamenta. Mentre raccomando che il lavoro di Dilts con la strategia dello spelling sia offerto dappertutto ai bambini (dappertutto dove il linguaggio naturale è uno nel quale c’è una significativa differenza tra l’ortografia - rappresentazioni scritte - e la rappresentazione uditiva; nota nei paesi che parlano spagnolo e italiano, lo spelling non è parte del curriculum scolastico dal momento che c’è una precisa mappatura tra i suoni dello spagnolo o italiano e la sua forma scritta, e quindi non è necessario fare lo spelling), sollecito una sistematica investigazione sul fatto che la sequenza sia reale o frutto di un’illusione, per assicurarsi che l’impresa ha qualche relazione con ciò che accade realmente.

Questi sono gli argomenti che trovo avvincenti e invito a esplorare le fondamenta delle strategie - io certamente propongo che la sequenza è un’illusione - prima di fare l’assunzione che le strategie abbiano qualcosa da offrire allo studio dei modelli di eccellenza, il focus appropriato della PNL secondo la mia opinione.

John Grinder

Luglio 2007

Bonny Doon, California


I corsi 2019-2020 in Programmazione Neuro Linguistica della Scuola di Alta Formazione Talenti

Professional Practitioner in PNL, possibilità di certificazione internazionale Meta International

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